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al testo di Adielle
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Il disotto della tuta di sopra una camicia di che mi preoccupo se non sono felice? allacciare le scarpe non è impresa da poco se non ti funziona una mano la scusa del barbiere per uscire di casa ma la barba non si tocca serve a mascherarmi il viso eppure tengo un diario al contrario che lo leggano tutti e anche se ridono tra le righe mi nascondo e non mi prenderanno approfitto della sospensione dal trattamento come del sole del mattino per vedere meglio le cose da lontano e da vicino stagliarsi su uno sfondo fatto di medicine che mi rallentano il pensiero mi aiutano ad ingrassare e a tenermi lontano dal bordo come mi laverò domani la parte lontana del corpo? assolutamente non voglio puzzare è da un po' che tengo nuovamente all'igene personale ci sono situazioni peggiori chi lo mette in dubbio e anch'io nel mio piccolo di dubbi ne ho di migliori quale dio non esiste se chiunque può pensarne uno? riuscirò mai a ritrovare un lavoro? per non parlare dell' amore che è poi quello che facciamo tutti ogni volta che respiriamo ho letto delle cose che mi hanno addolcito e ringrazio chi le ha scritte per averci messo il cuore che poi è la prima cosa se vuoi comunicare "che poi" mi piace tanto perchè da vita a un seguito senza porsi tante domande sul passato dolce è l'aria stanotte nella mia stanza passa senza sforzo dalla finestra aperta ai miei polmoni lenti in ritardo sullo scopo chimicamente tagliare gli alti e i bassi del mio sentire me lo chiamano equilibrio questi dottori del pensiero terranno conto dell'anima e del suo destino? me ne accorgo sempre meno e posso credere a tutto perfino che lei mi abbia amato per qualche secondo quando ci siamo incontrati di lato piegando lo spazio mi è crollato il mondo addosso un piccolo schianto e non so spiegarlo il dolore di un rifiuto negato silenzioso e protratto autoinflitto in parte come mi piace fuggire senza essere un codardo letterale è stata lei la prima a rendersi conto che non fossi del tutto normale e se ci penso oggi mi viene da ridere che non fosse affatto preoccupata di avere una matto nel suo letto lo sapeva che ero innocuo forse lo intuiva o ero stato io a dirle che non avrei mai potuto farle del male? non ricordo cosa importa tempo dopo sono diventato così pericoloso da farmi paura da solo nel vero senso della parola fuori controllo o sotto l'influenza di uno sciame di voci pronto a buttarmi in un fiume a Londra o di commuovere mezza Spagna facevamo certi discorsi io e le voci che non basterebbero cento Bibbie per raccontarli in altri tempi mi avrebbero creduto posseduto che in un certo senso non è un termine poi così sbagliato una delle voci mi disse che mi avrebbero fatto esorcizzare dei Testimoni hanno chiesto a dei miei amici se avessi partecipato a dei riti satanici o una cosa nel genere mentre versavo in pessime condizioni su un lettino d'ospedale con le vene tagliate una cosa la posso dire a riguardo ho creduto di parlare a Lucifero come a un fratello ma forse l'ho confuso con un'anima immortale che voleva aiutarmi a dimagrire a diventare più forte a emanciparmi da una sorte altrimenti miserabile secondo i suoi canoni certe cose non le posso raccontare mi è stato vietato altre fanno così ridere ma andrebbero dette alla diretta interessata cosa che ovviamente non accadrà mai c'è un lato comico in questa patologia mentale che è innegabile se hai la forza di ripensare a certi avvenimenti col senno ritrovato il grado di verità di quello che dico è emancipato dal giudizio non ci fosse stata mia madre ad averne tanto non so dove mi troverei adesso i fratellicugini gli amici e le amiche di sempre a sopportare questo peso senza sforzo apparente mi credono guarito ma non si guarisce mai ci si cura per tutta la vita.
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